domenica 12 gennaio 2014

Soffermarsi

Giunge un momento in cui alzi gli occhi, durante quella marcia quotidiana che ti porta al lavoro, nello stesso tragitto, guardando quei visi su un quasiasi tram o altro mezzo che divengono familiari; il signore anziano, impeccabile nel suo cappotto e i capelli impomatati, la signora cinese con la figlia piccola che urla, la signora pugliese che ti racconta cosa vuole il genero a pranzo e via dicendo.
Li guardi bene, mentre il traffico di Milano grida la propria sete di vendetta, una sorta di resa dei conti che inizia con una luce verde del semaforo
Scorri con il dito sulla tua playlist di Spotify cercando delle note che possano allontanarti, per qualche minuto, da quella guerra, mentre sorridi internamente quando una chitarra violenta esplode nel tuo cervello, contraddicendo quella cravatta e quell'aspetto rassicurante che al mondo presenti...
Scendi dal tram e guardi davanti a te, quei metri che ti separano da quel grattacielo, mentre la chitarra scema e un jazz più pacato placano la tua sete di ribellione...
In quel momento, quando alzi gli occhi, scopri una cosa, perchè ora hai l'età e la maturità per poter davvero pensare a questo...che è un'inganno, è tutto un inganno, un'artificio. Questa città, queste corse, questi affanni, pensieri ci stanno ingannando...quindi, come una sorta di prestigiatore, è ora di imparare l'arte della magia più difficile della vita, ovvero scovare sempre quella perla di felicità che devi serbare in una tasca del cuore per sfregarla in questi momenti...la prendo tra le mani e la uso, e magari un giorno io e mia moglie la useremo qui, o in un'altra nazione che ci aiuterà a renderla ancor più grande...perchè devi sempre considerare che essa deve essere cullata e accudita...la tua felicità e quella di chi stà accanto a te e' il bene da difendere più prezioso.

lunedì 30 luglio 2012

Uscire





Giornate strane, giornate dove guardi il tuo IO costruito all'interno della Rete, che poi è il tuo pensiero costruito e decidi che è ora di farlo.
Cancellare tutto.
Resettare.
Ma non il tuo pensiero ma bensì te stesso, il tuo essere.Non essere connesso per forza o per bisogno, stressarsi per non capire le battute o il discorso.
Non rimanere indietro.
Quindi premi il tasto disattiva e una sensazione di pace ti pervade.Niente più follow o follower, nulla, nessun bisogno di aprire alle 2 del mattino per vedere chi è sveglio e lo sproloquio dell'ubriaco millantatore.Niente di niente.
Certo, esci dalla Storia forse, una Storia o una bolla, non si sà.
Però ritorni al tuo essere umano e non schiavo dell hashtag tendenza o della supponenza tipica dei companeros del social net.
Sei tu, con voce e pensiero e voglia di scrivere a lungo e non in 140 caratteri.Perchè a volta a furia di essere concisi ci dimentiachiamo il sapore dell'attesa.

giovedì 26 luglio 2012

Arcobaleno

Ci sono momenti dove ti soffermi e la bocca rimane aperta, stupito, come ti accadeva da bambino davanti a qualcosa di davvero sensazionale; cammini, in una giornata qualsiasi dopo la pioggia acida di Milano, e guardi il cielo e lo noti, là, incurante di tutto, dello smog, del traffico, del caldo, dei grattacieli e dalla tua voglia di aprire il portone e rifugiarti in casa, perchè non resisti fuori, per le persone, il degrado sociale che ormai sgorga come fango da ogni parte...lo vedi li e prendi il telefono e lo fotografi; l'arcobaleno....
e di colpo vorresti mettere la musica, spararla a volume alto e sorridi, sorridi perchè hai visto i colori.
I colori, i colori veri, i colori genuini e non il rosa schiapparelli o il rosso tibetano o il blu lapislazzulo....vedi il rosso il giallo blu...i colori primari.
Quindi vedi che alla fine le cose primarie sono le cose più belle? La nostra primaria essenza è essere felici e vivere dignitosamente.Quindi l'insegnamento che ho ricevuto, anche se sembra davvero banale, è che la tempesta c'è, ti prende, ti soffia forte il vento in viso e tutto è plumbeo e privo di colore....ma poi sei sicuro che, mentre stai per cedere, arriverà un arcobaleno nella tua vita, nella vita di tutti noi, che ti darà la felicità.

mercoledì 11 luglio 2012

Rosso Sangue


Il giornale era di colore rosso, nel mio immaginario; avvicinandomi all’edicola, vedevo già i titoli, raccapriccianti, di orrore e violenza, di crudele disumanità.
Popoli uccisi, perché troppo superiori. O pacifici, che è indice di superiorità; questo mondo, penso, non accetta più che una persona sia felice.sia felice nell’apparente miseria, felice di essere sul tetto del mondo, felice nonostante il freddo, felice perché celebra la Natura.
Ci sono gli interessi delle corporation, quelli non consumano, quindi non esistono; io mi guardo e credo di appartenere anche io a coloro che sono gli artefici di tutto ciò.Io piango per questo ma non mi muovo.Dove posso andare?
Chiudo il giornale, gesto forse codardo o forse perché il rosso, il sangue e la disperazione superano la mia soglia del dolore.
Mi soffermo a guardare il traffico che scorre, e penso che la violenza è anche qui tra noi; la gente in macchina si urla di tutto, insulti, e persino qualche pugno; la gente ti guarda con diffidenza, per loro tu non sei nulla.solo una scocciatura.Un ostacolo.Negli uffici, banche, ognuno cerca di non fare nulla, di chiudersi, di non parlare.Di vagare altrove, con la testa.Di pensare alle ferie, alla gentile concessione che ci vien data.Le ferie sono un atto di schiavismo, qualcuno mi dice quanto tempo libero ho.Giorni e ore, minuti.Tutti in guerra con tutti. Agosto, Luglio….terre di conquista, di status sociale.Non importa se tutto fa schifo ad Agosto, il luogo più pacifico è la tua città. Non c’è nessuno, puoi goderti calma e pace.Quella che ricerchi per mesi.Per una vita.
Ho bisogno di un caffè, cerco un bar che sia luminoso, non chiedo bello o altro..luminoso, ho bisogno di vedere la luce su di me.Mi da sensazione di tepore e calma.
Entro nel bar, una vetrina, ma da fuori sembra caldo e accogliente….entro, e ti vedo.E per la prima volta dimentico tutto.

giovedì 21 giugno 2012

I Pensieri di Niobe: il primo respiro

I Pensieri di Niobe: il primo respiro: In questo momento storico forse tutto può esser messo in discussione; la Patria della Cultura, dell’Occidente è ancor preda di tensione, la...

mercoledì 20 giugno 2012

il primo respiro

In questo momento storico forse tutto può esser messo in discussione; la Patria della Cultura, dell’Occidente è ancor preda di tensione, la Grecia, ponte superbo di millenaria storia, precipita in un baratro sospinta da chi, vigliaccamente, l’aveva inclusa in un panorama non ancor definito.
Cadono i satrapi e nascono dei robot, persone poco inclini alla comunicazione ed al calore umano, gelidi soprammobili dei numeri.
Ancor oggi Montale viene inisgnito della palma d’oro del nominato ai temi di maturità; non me ne voglia, ma direi che si è anche proseguito, non è tutto sterco quello che è avvenuto anche dopo.
Facciamo tutti dei passi, ma è come se fosse la strada senza uscita; si gira intorno ignorando i confini, non guardando i muri che delimitano il percorso....pesci rossi in una boccia, la memoria ferma e quieta in attesa di un tizzone di nome immaginazione, o risveglio par si voglia.
Abbiamo una moneta che però non ha padrone, abbiamo un Euro si ma che non rappresenta l’Europa; ci sono ancora i muri ed i confini, ci sono ancora le tracce di filo spinato appena varchi un confine, perchè tu sei straniero, sarai straniero sempre, perfino se cambi casa e zona, sarai uno straniero.
Lo straniero in Vaticano, un uomo che ha preferito venire a Milano sul suo palco da rockstar che fermarsi almeno due minuti in Emilia, se non altro ad abbracciare virtualmente un popolo ferito, ma così dignitoso da spezzare il fiato.
Ma tutto può cambiare, tutto può essere ancora stravolto.La gente è stanca e ha fame, fame di luce, occhi chiusi che si stanno riaprendo, gente che, come Platone descriveva nel mito delle caverne, è stufa di vedere ombre, e vuol vedere i colori.
Le ombre di coloro che hanno mentito, le ombre di coloro che hanno rubato e saccheggiato..
Quindi quei passi a vuoto spero di poter vedere un giorno che diverranno orme sepolte e imbiancate, e che ci siano molti passi in una direzione definita....quel giorno sarò felice, quel giorno sarà proprio il primo respiro.

giovedì 15 marzo 2012

Che Strano Mondo

Che strano mondo che è internet
Milioni di persone che parlano davanti ad uno schermo.Ironia e umorismo.
Seguo un programma, twittamidinotte...musica che ricorda a noi non più giovinastri serate a base di vino scadente e birra troppo gasata.
Ma erano tutte nettare del cuore.
Rido e scherzo, mi informo e mi incazzo, gioisco e rifletto.
Un mare di informazioni che passano sotto le dita, le puoi toccare, sono in rilievo.
Parlo con Bari e con Genova, vedo foto di Londra e sorrisi di Dubai.
Odo il rumore del Tirreno e dell’Adriatico.
Vivo con terrore una scossa in Umbria e il Giappone, la terra trema e il mio display pure.
Sono ovunque e vedo un sacco di visi e di caratteri.
Ma non conosco il viso e il nome del mio vicino di casa.
Che strano mondo che è la realtà.